Acqua nell’orecchio, come prevenire ed eliminarla

acqua nell'orecchio

Dopo una semplice doccia o un bagno in piscina o al mare, possono portare sentire i suoni ovattati. Questo può essere causato dall’acqua nell’orecchio.

L’acqua che si accumula nell’orecchio durante la doccia, il bagno o l’immersione scorre, nell’orecchio e nel condotto, provocando la fastidiosa sensazione ovattata. Questo perché l’acqua inonda il condotto uditivo leggermente inclinato arrivando fino al timpano. A causa dell’acqua intrappolata, il timpano non può muoversi nella maniera corretta e non trasmette il suono in maniera completa.

Come si può prevenire o, eventualmente, risolvere questo problema? Scoprilo leggendo questo articolo di AudioMedica Milano.

Come prevenire l’acqua nell’orecchio

Se si fanno numerose attività in acqua, un aiuto utile può arrivare dai tappi per le orecchie subacquei, che aiutano a prevenire l’infiltrazione dell’acqua nell’orecchio. In commercio esistono tappi per le orecchie impermeabili sia per adulti che per bambini. I tappi per le orecchie di alta qualità sigillano i condotti uditivi a tenuta stagna, mantengono la loro forma e lasciano passare i suoni evitando l’ingresso dell’acqua.

Un altro aspetto da non sottovalutare è la pulizia del condotto uditivo. Una pulizia troppo intensiva è da evitare, così da non intaccare la pellicola protettiva naturale all’interno dell’orecchio.
I Cotton Fioc sono sconsigliati in questo frangente: il loro utilizzo, infatti, può spingere un tappo già presente ancora più in profondità nel condotto, bloccando maggiormente l’acqua e rendendone difficile l’estrazione.

Come eliminare l’acqua

Per eliminare l’acqua dalle orecchie si può scuotere l’orecchio o inclinare la testa.
Si può anche provare ad assorbire l’acqua utilizzando un fazzoletto, inserendone delicatamente la punta nel condotto uditivo.

Anche l’utilizzo di un asciugacapelli, tenuto alla giusta distanza, può aiutare ad asciugare a dovere il condotto uditivo ed eliminare l’acqua all’interno delle orecchie.

Nel caso in cui la sensazione di orecchio ovattato non dovesse sparire dopo un paio di giorni, è probabile che ci sia un tappo di cerume all’interno dell’orecchio. In questo caso si possono usare gocce o spray per le orecchie, che potrebbero ammorbidire e fare defluire il tappo.

L’acqua nell’orecchio non provoca solo fastidio alle orecchie, ma può anche essere pericolosa se vi rimane bloccata per troppo tempo. Nel caso di un’infiammazione dell’orecchio, è preferibile contattare un otorinolaringoiatra, che deciderà il trattamento corretto.

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Calo dell’udito negli anziani, quando intervenire

Perdita Udito Anziani

La progressiva perdita dell’udito è una dinamica normale e naturale che interessa gli anziani: ma intervenire tempestivamente è di fondamentale importanza.

La perdita progressiva dell’udito fa parte del naturale processo di invecchiamento del nostro organismo. In particolare, l’invecchiamento del sistema uditivo, denominata presbiacusia, è causato principalmente dall’avanzare dell’età. Con la vecchiaia, infatti, muoiono le delicate cellule sensoriali esterne (responsabili dell’elaborazione dei toni alti). Queste cellule convertono gli impulsi sonori in segnali elettrici che vengono poi trasmessi all’orecchio interno. Dal punto di vista pratico avviene la morte dei peli sensoriali; in questo modo i segnali raccolti non vengono più trasmessi. La conseguenza è che la persone interessato non è più in grado di percepire i toni di queste frequenze. Quindi, come abbiamo visto, generalmente la progressiva perdita dell’udito è normale negli anziani: ma quando è necessario intervenire?

La progressiva perdita dell’udito causata da rumori forti

La perdita dell’udito può essere anche causata da una esposizione a rumori forti che possono danneggiare le cellule ciliate. Il danno può essere anche permanente.

Anche l’assunzione di medicinali (ototossici) può causare una presbiacusia. L’ipertensione, le malattie metaboliche come il diabete mellito o il fumo sono associati alla presbiacusia; inoltre sono da tenere in considerazione anche i fattori ereditari.

Perdita dell’udito negli anziani, quando e come intervenire

La presbiacusia può essere trattata soltanto mediante l’applicazione di protesi acustiche. Un aspetto da prendere in considerazione quando si ha a che fare con un paziente che necessita di protesi acustiche è la mancata presa di coscienza del deficit uditivo.

Occorre sempre prestare attenzione a questo particolare perché, purtroppo, sono frequenti i casi in cui l’indicazione alla protesi acustica risulta o troppo precoce o troppo tardiva. In entrambe queste condizioni, infatti, il paziente potrebbe non ottenere il giusto risultato.

L’indicazione è quella di sottoporsi ad una visita periodica con misurazione dell’udito almeno una volta all’anno a partire dai 60 anni di età

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Perdita improvvisa dell’udito: cause, sintomi e cure

Perdita Improvvisa Udito

La perdita improvvisa dell’udito, in termini tecnici ipoacusia improvvisa, potrebbe manifestarsi in seguito ad un evento scatenante o per una malattia di base: quali sono le cause, i sintomi e i rimedi.

Chiamata anche ipoacusia improvvisa, la perdita improvvisa dell’udito è un disturbo che si verifica, generalmente a carico di un solo orecchio, in un arco temporale di 72 ore.

Perdita improvvisa dell’udito: le cause

Si stima che solo nel 10% dei casi si riconosca una causa scatenante nota. Nella maggior parte dei casi però la perdita dell’udito non è attribuibile ad una causa conosciuta.

I medici hanno individuato delle condizioni comuni a cui poter attribuire la perdita improvvisa dell’udito e si dividono in 2 categorie principali:

  • Perdita improvvisa per un chiaro evento scatenante;
  • Perdita improvvisa per una malattia di base;

Evento scatenante

Riguarda tutti quei soggetti la cui perdita dell’udito è dovuta ad una causa ovvia. Come ad esempio:

  • trauma cranico o una grave commozione, che può danneggiare l’orecchio interno;
  • gravi cambiamenti della pressione causati da un’immersione o da un eccessivo sforzo fisico che possono causare la formazione di un orifizio tra l’orecchio medio e l’orecchio esterno;
  • farmaci con effetti collaterali dannosi per l’udito, detti anche farmaci ototossici;
  • infezioni virali o batteriche che causano la perdita dell’udito durante o subito dopo la fase acuta, come ad esempio la meningite batterica, mononucleosi, herpes zooster octicus. In casi eccezionali si tratta del morbillo o della varicella poiché la maggior parte dei soggetti è vaccinata.

Malattia di base

Riguarda tutti quei soggetti la cui perdita dell’udito è dovuta invece da:

  • malattie del metabolismo, come il diabete;
  • malattie più rare, come la sindrome di Cogan, dove una reazione autoimmune attacca l’orecchio interno;
  • malattie che coinvolgono i vasi sanguigni come alcune forme di leucemia o l’anemia falciforme.

I sintomi

I soggetti che accusano la perdita improvvisa dell’udito lamentano un fastidioso ronzio o fischio nell’orecchio oppure una pressione e una sensazione “ovattata” dei suoni. A questi sintomi, si possono aggiungere anche un’eccessiva sensibilità ai rumori, vertigini e disturbi dell’equilibrio.

I possibili rimedi

Quando si avvertono i primi sintomi occorre recarsi da un medico otorinolaringoiatra, che procederà con un esame obiettivo e indicherà quali esami effettuare e, una volta individuato il fattore scatenante, inizierà una terapia che varia da persona a persona in base alla causa.

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Ronzio all’orecchio: tutte le possibili cause

Ronzio Orecchio

Quali sono le possibili cause del ronzio all’orecchio e di cosa si tratta dal punto di vista medico.

La percezione di fischi auricolari è un disturbo uditivo che, indipendentemente dall’intensità, può rientrare tra i sintomi di problemi a carico delle orecchie. Le cause però possono essere molto diverse e individuarle può permettere di iniziare un trattamento adatto per alleviare questo fastidio. Ma partiamo dalle basi. Il fischio o ronzio che si può avvertire nell’orecchio è chiamato, in termini medici, acufene.

Ronzio o fischio all’orecchio: di cosa si tratta

Si tratta di un fenomeno che può manifestarsi gradualmente nel tempo o verificarsi improvvisamente; può essere bilaterale, e quindi avvertito in entrambe le orecchie, o percepito da un solo orecchio (quindi unilaterale).

In genere si parla di fischio o ronzio, ma in realtà è descritto anche come un sibilo, un fruscio, uno stridore o un soffio. Insomma, la percezione varia da persona a persona.

Anche la durata varia da persona a persona e può essere passeggero, comparire solo una volta, manifestarsi a intervalli di tempo o diventare cronico.

Quali sono le cause principali

Il meccanismo alla base dei fischi o ronzii alle orecchie non è del tutto chiaro. In alcuni casi si ipotizza che a causarlo possa essere un problema nella ricezione dei suoni. Spesso, infatti la comparsa di un fischio all’orecchio viene associata a una perdita più o meno uditiva anche solo transitoria.

Inoltre, gran parte dei problemi a carico dell’orecchio possono causare la comparsa di fischi alle orecchie. In particolare:

  • l’invecchiamento fisiologico dell’apparato uditivo, con conseguente progressiva perdita uditiva;
  • un trauma acustico causato dall’esposizione ripetuta nel tempo a rumori forti (oltre i 85 decibel) senza le adeguate protezioni. Anche l’esposizione a forti rumori per un tempo limitato può causare la comparsa di fischi e ronzii ma in genere scompaiono entro 24 ore;
  • la presenza di un’ostruzione nel condotto uditivo esterno, per esempio dovuta a corpi estranei o all’accumulo di cerume; in questi casi però il fastidio principale è dato dalla percezione dei suoni in modo ovattato a cui possono aggiungersi fischi e ronzii;
  • uno sbalzo della pressione esterna all’orecchio (ad esempio andando in aereo, in montagna o durante le immersioni) non adeguatamente compensato dai fisiologici meccanismi interni all’orecchio;
  • una perforazione della membrana del timpano;
  • un’infiammazione dell’orecchio esterno o dell’orecchio medio (nei casi di otite). In questi casi oltre al fischio e al ronzio si ha dolore gonfiore, senso di orecchio tappato, calo dell’udito e febbre.

Rivolgersi a degli esperti è utile per capire la causa e il possibile rimedio per rimuovere o diminuire il disturbo. Contatta AudioMedica Milano per maggiori informazioni.

L’ipoacusia percettiva: cos’è e come viene diagnosticata

Ipoacusia Percettiva

L’ipoacusia percettiva colpisce generalmente bambini e anziani: quali sono le possibili cause e come viene diagnosticata.

L’ipoacusia, o perdita dell’udito, é una condizione patologica che affligge circa il 12% delle persone in Italia e che interessa generalmente anziani e bambini.

Nello specifico, questo problema puó essere distinto tra ipoacusia neurosensoriale o percettiva (colpisce il nervo acustico e/o l’area del cervello interessata dell’elaborazione dei suoni) e l’ipoacusia trasmissiva (interessa il padiglione auricolare, il condotto uditivo e le strutture anatomiche dell’orecchio esterno, medio o interno).

Trattandosi di due forme di ipoacusia differenti, anche il loro trattamento sará diverso: generalmente le ipoacusie trasmissive sono reversibili e curabili tramite trattamento medico o ricorrendo ad interventi chirurgici, in casi piú estremi, volti a ripristinare la corretta funzione della membrana timpanica. Nel caso invece delle ipoacusie neurosensoriali o percettive, la cura prevede la somministrazione di farmaci solo nei casi piú improvvisi ed acuti.

Come vengono diagnosticate le ipoacusie

Le ipoacusie vengono diagnostiche mediante una visita specialistica presso il medico otorino chevaluterá l’iter terapeutico e diagnostico da seguire. Solitamente sará l’otorino a sottoporre il paziente ai seguenti esami: audiometrico tonale, vocale, impedenzometria.

L’esame audiometrico tonale consiste nel far udire al paziente toni puri, indossando delle cuffie apposite, l’esame tonale invece prevede la ripetizione di alcune parole trasmesse sempre tramite cuffia al paziente ed infine l’esame d’impedenzometria valuta il grado di elasticitá della membrana timpanica che puó essere assente o ridotta.

L’ipoacusia nei bambini

Come scritto, le ipocausie possono colpire indistintamente bambini ed anziani. Nel caso dei bambini i fattori scatenanti potrebbero essere di origine ereditaria o riconducibili ad infezioni subite durante la prima infanzia (otite).

Specialmente nei bambini, la diagnosi dev’essere rapida e precoce poiché se non curata tempestivamente, l’ipoacusia potrebbe generare disturbi del comportamento o ritardo nell’uso del linguaggio. Molto spesso puó verificarsi un’infiammazione sudbola che colpisce il timpano e gli ossicini a causa del muco in eccesso che non viene assorbito, che non provoca alcun dolore ma solo riduzione progressiva dell’udito.

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La sindrome di Alport: cause, sintomi e cura

Sindrome di Alport

La sindrome di Alport è una malattia genetica rara che può portare danni a livello renale, alla vista e all’udito.

Esistono tre forme diverse di sindrome di Alport di trasmissione ereditaria: forma autosomica dominante, forma autosomica recessiva e forma legata al cromosoma X. La forma autosomica dominante viene trasmessa solo da uno dei due genitori, la forma invece autosomica recessiva invece viene trasmessa da tutti e due i genitori, portatori di geni alterati e la forma legata al cromosoma X colpisce maggiormente gli uomini quando il gene mutato è localizzato sul cromosoma X.

Possibili cure e diagnosi

Il dato ad oggi negativo è che non esistono trattamenti e cure specifiche per la sindrome di Alport ma possono essere somministrati dei farmaci che possono rallentare la progressione della sindrome quali ACE-inibitori o sartani. Allo stesso modo, non esiste una prevenzione da attuare ma solo svolgere controlli a livello genetico e familiare soprattutto quando vi è stata segnalata una mutazione genetica.

La sindrome di Alport viene diagnosticata tramite la biopsia renale che esamina un frammento di tessuto al microscopio volto all’osservazione delle alterazioni della membrana basale del glomerulo renale. Nel caso in cui si sospetti una forma connessa al cromosoma X, la biopsia sarà di tipo cutaneo.

Oggi la sindrome di Alport può essere identificabile tramite un prelievo del sangue.

È importante infine sottolineare che ciascuna diagnosi dipenderà dalla storia clinica della famiglia del singolo paziente, cercando di attuare delle tecniche che siano meno invasive possibili.

Sintomatologia

La sintomatologia del disturbo di Alport si manifesta con sangue nelle urine (ematuria) perdita proteine nelle stesse o ipertensione arteriosa. Tra i disturbi a livello renale, può verificarsi un colore alterato delle urine a seguito della presenza eccessiva di globuli rossi. A tali sintomi si aggiungono anche sordità in entrambe le orecchie o lesioni oculari che generalmente non provocano sintomi.

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Labirintite: quali sono le possibili cause e come curarla

Labirintite

Cos’è la labirintite, quali sono le possibili cause, i sintomi e come curarla.

La labirintite é un’infiammazione che colpisce l’orecchio interno (il labirinto) quale struttura che gestisce il corretto funzionamento della postura e del senso dell’equilibrio.

La labirintite è anche chiamata otite interna o neurite vestibolare e si manifesta con vertigini, acufeni, riduzione dell’udito e problematiche connesse alla postura e all’equilibrio. Puó essere acuta, quando si tratta di un episodio isolato oppure cronica quando invece tende a ripresentarsi periodicamente. Puó verificarsi anche la labirintite virale, quando è causata da virus come herpes, o batterica se si diffonde a partire da un’infezione delle vie respiratorie.

In genere il problema interessa gli adulti che hanno un’etá fra i 30 ed i 60 anni, invece nei bambini e ragazzi tende ad essere piú diffusa la labirintite purulenta o la labirintite sierosa.

Labirintite da stress

La labirintite oltre ad essere causata da virus o batteri, viene generata molto spesso dallo stress che puó indebolire il sistema immunitario e l’intero organismo, sviluppando patologie e disturbi di salute. Anche il tal caso la sintomatologia si presenta allo stesso modo: nausea, stordimento, febbre, perdita dell’equilibrio e dell’udito, disturbi dell’umore e sensazione di malessere generalizzato.

In quella da stress, oltre ai sintomi fisici, possono associarsi anche quelli psicologici che rendono senza dubbio la gestione del disturbo puó complessa: il paziente potrebbe avvertire ansia, attacchi di panico, tremori, tachicardia, respiro affannato, depressione e formicolii.

Come curare la labirintite

Per fronteggiare il problema, la cura primaria è la somministrazione di farmaci accompagnata da tecniche che aiutano nella diminuzione dei sintomi. Il trattamento tende ad agire su tre piani eliminando l’infiammazione, i sintomi e a livello psicologico.

Solitamente il medico puó prescrivere farmaci che riducono la nausea, corticosteroidi, farmaci ad azione sedativa e farmaci antivirali e antibatterici o antibiotici. Per curarla è necessario adottare tecniche specifiche per la riduzione della sintomatologia come: non svolgere movimenti improvvisi, evitare di passare troppo tempo davanti schermi digitali, mantenere la testa immobile con luce soffusa.

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