Calo dell’udito negli anziani, quando intervenire

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La progressiva perdita dell’udito è una dinamica normale e naturale che interessa gli anziani: ma intervenire tempestivamente è di fondamentale importanza.

La perdita progressiva dell’udito fa parte del naturale processo di invecchiamento del nostro organismo. In particolare, l’invecchiamento del sistema uditivo, denominata presbiacusia, è causato principalmente dall’avanzare dell’età. Con la vecchiaia, infatti, muoiono le delicate cellule sensoriali esterne (responsabili dell’elaborazione dei toni alti). Queste cellule convertono gli impulsi sonori in segnali elettrici che vengono poi trasmessi all’orecchio interno. Dal punto di vista pratico avviene la morte dei peli sensoriali; in questo modo i segnali raccolti non vengono più trasmessi. La conseguenza è che la persone interessato non è più in grado di percepire i toni di queste frequenze. Quindi, come abbiamo visto, generalmente la progressiva perdita dell’udito è normale negli anziani: ma quando è necessario intervenire?

La progressiva perdita dell’udito causata da rumori forti

La perdita dell’udito può essere anche causata da una esposizione a rumori forti che possono danneggiare le cellule ciliate. Il danno può essere anche permanente.

Anche l’assunzione di medicinali (ototossici) può causare una presbiacusia. L’ipertensione, le malattie metaboliche come il diabete mellito o il fumo sono associati alla presbiacusia; inoltre sono da tenere in considerazione anche i fattori ereditari.

Perdita dell’udito negli anziani, quando e come intervenire

La presbiacusia può essere trattata soltanto mediante l’applicazione di protesi acustiche. Un aspetto da prendere in considerazione quando si ha a che fare con un paziente che necessita di protesi acustiche è la mancata presa di coscienza del deficit uditivo.

Occorre sempre prestare attenzione a questo particolare perché, purtroppo, sono frequenti i casi in cui l’indicazione alla protesi acustica risulta o troppo precoce o troppo tardiva. In entrambe queste condizioni, infatti, il paziente potrebbe non ottenere il giusto risultato.

L’indicazione è quella di sottoporsi ad una visita periodica con misurazione dell’udito almeno una volta all’anno a partire dai 60 anni di età

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Perdita improvvisa dell’udito: cause, sintomi e cure

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La perdita improvvisa dell’udito, in termini tecnici ipoacusia improvvisa, potrebbe manifestarsi in seguito ad un evento scatenante o per una malattia di base: quali sono le cause, i sintomi e i rimedi.

Chiamata anche ipoacusia improvvisa, la perdita improvvisa dell’udito è un disturbo che si verifica, generalmente a carico di un solo orecchio, in un arco temporale di 72 ore.

Perdita improvvisa dell’udito: le cause

Si stima che solo nel 10% dei casi si riconosca una causa scatenante nota. Nella maggior parte dei casi però la perdita dell’udito non è attribuibile ad una causa conosciuta.

I medici hanno individuato delle condizioni comuni a cui poter attribuire la perdita improvvisa dell’udito e si dividono in 2 categorie principali:

  • Perdita improvvisa per un chiaro evento scatenante;
  • Perdita improvvisa per una malattia di base;

Evento scatenante

Riguarda tutti quei soggetti la cui perdita dell’udito è dovuta ad una causa ovvia. Come ad esempio:

  • trauma cranico o una grave commozione, che può danneggiare l’orecchio interno;
  • gravi cambiamenti della pressione causati da un’immersione o da un eccessivo sforzo fisico che possono causare la formazione di un orifizio tra l’orecchio medio e l’orecchio esterno;
  • farmaci con effetti collaterali dannosi per l’udito, detti anche farmaci ototossici;
  • infezioni virali o batteriche che causano la perdita dell’udito durante o subito dopo la fase acuta, come ad esempio la meningite batterica, mononucleosi, herpes zooster octicus. In casi eccezionali si tratta del morbillo o della varicella poiché la maggior parte dei soggetti è vaccinata.

Malattia di base

Riguarda tutti quei soggetti la cui perdita dell’udito è dovuta invece da:

  • malattie del metabolismo, come il diabete;
  • malattie più rare, come la sindrome di Cogan, dove una reazione autoimmune attacca l’orecchio interno;
  • malattie che coinvolgono i vasi sanguigni come alcune forme di leucemia o l’anemia falciforme.

I sintomi

I soggetti che accusano la perdita improvvisa dell’udito lamentano un fastidioso ronzio o fischio nell’orecchio oppure una pressione e una sensazione “ovattata” dei suoni. A questi sintomi, si possono aggiungere anche un’eccessiva sensibilità ai rumori, vertigini e disturbi dell’equilibrio.

I possibili rimedi

Quando si avvertono i primi sintomi occorre recarsi da un medico otorinolaringoiatra, che procederà con un esame obiettivo e indicherà quali esami effettuare e, una volta individuato il fattore scatenante, inizierà una terapia che varia da persona a persona in base alla causa.

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Ronzio all’orecchio: tutte le possibili cause

Ronzio Orecchio

Quali sono le possibili cause del ronzio all’orecchio e di cosa si tratta dal punto di vista medico.

La percezione di fischi auricolari è un disturbo uditivo che, indipendentemente dall’intensità, può rientrare tra i sintomi di problemi a carico delle orecchie. Le cause però possono essere molto diverse e individuarle può permettere di iniziare un trattamento adatto per alleviare questo fastidio. Ma partiamo dalle basi. Il fischio o ronzio che si può avvertire nell’orecchio è chiamato, in termini medici, acufene.

Ronzio o fischio all’orecchio: di cosa si tratta

Si tratta di un fenomeno che può manifestarsi gradualmente nel tempo o verificarsi improvvisamente; può essere bilaterale, e quindi avvertito in entrambe le orecchie, o percepito da un solo orecchio (quindi unilaterale).

In genere si parla di fischio o ronzio, ma in realtà è descritto anche come un sibilo, un fruscio, uno stridore o un soffio. Insomma, la percezione varia da persona a persona.

Anche la durata varia da persona a persona e può essere passeggero, comparire solo una volta, manifestarsi a intervalli di tempo o diventare cronico.

Quali sono le cause principali

Il meccanismo alla base dei fischi o ronzii alle orecchie non è del tutto chiaro. In alcuni casi si ipotizza che a causarlo possa essere un problema nella ricezione dei suoni. Spesso, infatti la comparsa di un fischio all’orecchio viene associata a una perdita più o meno uditiva anche solo transitoria.

Inoltre, gran parte dei problemi a carico dell’orecchio possono causare la comparsa di fischi alle orecchie. In particolare:

  • l’invecchiamento fisiologico dell’apparato uditivo, con conseguente progressiva perdita uditiva;
  • un trauma acustico causato dall’esposizione ripetuta nel tempo a rumori forti (oltre i 85 decibel) senza le adeguate protezioni. Anche l’esposizione a forti rumori per un tempo limitato può causare la comparsa di fischi e ronzii ma in genere scompaiono entro 24 ore;
  • la presenza di un’ostruzione nel condotto uditivo esterno, per esempio dovuta a corpi estranei o all’accumulo di cerume; in questi casi però il fastidio principale è dato dalla percezione dei suoni in modo ovattato a cui possono aggiungersi fischi e ronzii;
  • uno sbalzo della pressione esterna all’orecchio (ad esempio andando in aereo, in montagna o durante le immersioni) non adeguatamente compensato dai fisiologici meccanismi interni all’orecchio;
  • una perforazione della membrana del timpano;
  • un’infiammazione dell’orecchio esterno o dell’orecchio medio (nei casi di otite). In questi casi oltre al fischio e al ronzio si ha dolore gonfiore, senso di orecchio tappato, calo dell’udito e febbre.

Rivolgersi a degli esperti è utile per capire la causa e il possibile rimedio per rimuovere o diminuire il disturbo. Contatta AudioMedica Milano per maggiori informazioni.